Tamer Ragab

L’artista egiziano, classe 1979 dichiara: “Tra il miscuglio di pensieri mi trovo interessato alle forze in movimento e ai loro effetti. Il vento impatta tutto ciò che affronta, cambiando il suo aspetto fisico, ciò mi ha portato a riflettere e ad iniziare l’esperimento di come tale movimento influenzi la mia scultura. Questi effetti si manifestano all’inizio di ogni scultura solo per trovare l’opera in uno stato contraddittorio con i venti, sia che si fermi improvvisamente impressionato da essa, sia che la porti prigioniera al suo movimento, non importa quanto sia forte o grande. La stabilità della statua in alcuni punti garantisce la sua capacità di volare e di muoversi in modo simmetrico. Confermando lo stato conflittuale con una forza così invisibile usando la natura. Per non parlare del fatto che l’uomo mostra sul suo viso un misto di emozioni in aggiunta al suo stato mentale, o usando la forza dell’uccello che affronta il vento e la sua capacità di urtarlo nonostante la capacità degli uccelli di affrontare la forza, o usando le composizioni astratte utilizzando materiali diversi come il bronzo, il marmo e il granito per aggiungere un effetto extra sulla visuale della statua”.

La ricerca di Tamer Ragab ci pone di fronte alla domanda di cosa sia in realtà la scultura, un dibattito aperto e che induce a sistematiche riflessioni. Stando sul tutt’ora attuale ed illuminante studio condotto da Gotthold Ephraim Lessing, nel 1766, la scultura è un’ arte che ha a che vedere con il dispiegamento dei corpi nello spazio. Il filosofo conduce una analisi che sposta l’attenzione dal modello reale ad un lavoro introspettivo in cui gli attori principali risultano essere l’artista e lo spettatore. L’artista non riproduce più un modello ma riflette e ricrea, in una ritrovata libertà che influenza la concezione stessa del Bello.

Tamer, scultore contemporaneo, nel solco di una rinnovata libertà dà compimento e quindi forma allo stato conflittuale che si manifesta tra i suoi soggetti (volti umani, volatili in contemplazione) ed una forza invisibile. A guardar bene nell’intero lavoro, l’indagine sul come uno stato interiore condizioni le espressioni del volto umano, resta stabile ed immutata. L’osservatore si ritrova egli stesso in contemplazione, davanti ai suoi volti umani stilizzati in bronzo, spesso patinati. Nonostante il peso, le dimensioni ed i materiali impiegati, colpisce ed ammalia il senso di lievità.

(Rossella Savarese)

Opere vendute in collezione privata

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