Flavia Fanara

Flavia Fanara nasce a Roma nel 1991, dove vive e lavora come artista e insegnante di Arti visive. La formazione artistica di Flavia Fanara inizia presso il Liceo Artistico di via Ripetta diplomandosi in arti visive. Continua gli studi all’Accademia di Belle Arti di Via Ripetta a Roma, dove nel 2013 consegue la laurea triennale in Decorazione e nel 2015 la laurea specialistica in Pittura. Durante gli studi frequenta la Facultad de Bellas Artes dell’Università di Salamanca (Spagna) come vincitrice della borsa di studio erasmus.

La ricerca artistica di Flavia Fanara si basa su una continua sperimentazione attraverso l’uso della tecnica del disegno e della pittura, mischiando un linguaggio fortemente grafico con un linguaggio più pittorico. L’elemento centrale del suo lavoro concerne la rappresentazione della figura umana, soprattutto di quella femminile. Concentrando la sua attenzione sul viso dei soggetti che dipinge, cerca di esaltarne la parte più introspettiva, riflettendo sul concetto d’identità dell’individuo e sulla condizione della figura della donna nella società. Per la creazione dei suoi lavori si serve di una tecnica mista che va dal tradizionale olio su tela, a soprattutto il carboncino, acquerello e inchiostro su carta o tavola.

Tramite l’uso di questi strumenti, cerca di rappresentare le sue figure in un continuo dialogo tra una parte più marcata e dettagliata e una parte più tenue, indefinita e quasi trasparente. Si tratta concettualmente di un eterno dialogo tra il “dentro” e il “fuori”, tra il “visibile” e “l’invisibile”.

Lungo il suo percorso lavorativo ha partecipato a diverse mostre personali, collettive e contest d’arte, collaborando con diverse gallerie d’arte e diversi Musei italiani. Negli ultimi anni ha collaborato con i Musei Vaticani per la creazione di due mostre come artista e collaboratrice, e workshop di disegno dal vero presso il Museo Gregoriano Profano. Nel 2017 due suoi disegni eseguiti dal vero sono entrati a far parte della collezione privata d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani. Ha inoltre collaborato con i Musei Capitolini di Roma, con l’antico Museo della Città di Acquapendente in provincia di Viterbo, con il MAC Museo Archeologico Cicolano in provincia di Rieti e con il MACRO Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Nel 2018 ha contribuito come illustratrice con l’associazione artistica DeltArte e Amnesty international alla pubblicazione del volume “In Arte DUDU. La Dichiarazione dei diritti umani illustrata da giovani artisti italiani”. Nel 2019 è stata selezionata ed espone al SyArt Sorrento Festival, evento internationale di arte contemporanea. Nel 2019 è stata selzionata dal MACRO Museo d’Arte Contemporanea di Roma per partecipare a una residenza d’artista presso l’atelier del Museo. Nel 2020 partecipa alla mostra collettiva italo-austriaca “Destinazione libertà”, progetto promosso dell’associazione Artisti Visivi “BVBK Osterreuch – Section Steiermark” presso l’Airport Gallery di Graz “Galerie am Flughafen”, Austria.

Di seguito nota critica di Rossella Savarese

Giovane e talentuosa artista romana Flavia Fanara, classe 1991, docente di arti visive con all’attivo un interessante percorso artistico.

Sperimentazione ed approfondimenti all’estero le consentono ad oggi di aver maturato un linguaggio personale, incentrato su di un’analisi minuziosa del volto umano, precipuamente femminile.

Flavia Fanara testimonia, attraverso l’utilizzo di più tecniche, un dialogo che si manifesta nel qui ed ora, nel tempo di una narrazione presente, in continua esplorazione del dentro e fuori, dell’essere presenti a sé stessi e dello smarrimento contestuale, dell’invisibile e del manifesto. Donne che suggeriscono concettualmente una linea di confine, una disamina di un perenne colloquio parte di un processo di ricerca identitaria.

La scelta delle tecniche ed il conseguente affinamento nell’utilizzo palesano uno studio ed un  approfondimento di un linguaggio artistico che traduce un messaggio ben preciso, accompagnando nel digradare tonale di una sfumatura a carboncino, piuttosto che nell’incisività di un passaggio ad inchiostro la linea di separazione tra ciò che è dato vedere e ciò che possiamo immaginare. Non di rado gli occhi del soggetto sono socchiusi oppure non manifesti come se di lì a poco il disegno possa riprendere forma e contenuto, in realtà guardando dentro se stessi l’opera volge al suo compimento.

L’opera che scelgo s’intitola “Fade into you”, lavoro che consente un’indagine sul concetto della continuazione e dissolvenza di sé stessi nell’altro. In questo caso ci troviamo di fronte ad un busto femminile, il capo reclinato e adagiato nella mano, suggerisce un momento di raccoglimento e riflessione. La bicromia sottolinea una sottile separazione tra il capo ed il corpo, in cui il processo emozionale si sintetizza negli occhi socchiusi, in una parte del volto dove il tratto grafico risulta maggiormente incisivo.

La tecnica è mista: carboncino, penna bic, acquerello e pastello su carta, dimensione 70 x 50  cm.

Opere vendute in collezioni private.

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