Monk

Nasce nel 1958 A Biancavilla, una cittadina Siciliana alle falde dell’Etna, conseguito il diploma di Maestro d’Arte presso l’istituto Statale d’Arte di Catania ,inizia a girare l’Europa tra la Francia, Germania, Olanda e Inghilterra. Negli anni 80 ritorna in Italia e a Milano lavora nel campo della moda dedicandosi alla creazione di accessori in pelle. negli anni 90 dopo una breve permanenza a New York, ritorna in Italia e partecipa ad un corso di Affresco a Venezia ed inizia a dedicarsi alla realizzazione di decorazioni artistiche parietali presso locali di carattere pubblico e privato tra Milano e Torino. negli anni 2000 si interessa al restauro e prende in appalto il restauro della, Cappella dell’Immacolata all’interno del Collegio Capizzi di Bronte (CT) e il fuoier del teatro Bellini di Adrano (CT) oltre a palazzi privati barocchi Siciliani.

Nel corso di tutti questi anni di immenso lavoro, coltiva la sua ricerca personale di Artista figurativo/astratto e col nome d’Arte Monk dà vita ad una notevole e vasta produzione di opere sperimentando la tecnica dell’intarsio in legno che denomina “intarsio a rilievo” , partecipando a varie collettive e diverse personali. 2007: con il patrocinio del Comune di Taormina (ME) allestisce un’importante mostra personale presso la chiesa sconsacrata S.Francesco di Paola, luogo molto prestigioso per l’Arte, usato dal Comune solo per eventi d’Arte importanti ed Artisti storici come Mirò, Andy Warhol.

2013: partecipa a due bandi:

  1. Concorso per la realizzazione dell’opera d’arte da realizzarsi nel nuovo centro polifunzionale di Pinzolo (TN)
  2. Concorso per opera d’arte da realizzare per l’abbellimento del nuovo ostello della gioventù di Borgo Valsugana (TN).

Classificandosi in ambedue gare fra i primi tre e ottenendo il premio come “Progetto meritevole” con relativo rimborso economico previsto. Oggi vive e lavora in Brianza e continua il suo percorso artistico ricercando sempre nuove modalità espressive. Nota critica di Caterina Di Giacomo. La matrice culturale di Vince “MONK” Sangiorgio si riconosce nell’aspirazione delle tendenze postmoderne a superare il freddo distacco culturale,assorto nei processi progettuali dalle valenze oggettive dell’opera. E’ infatti sicuramente il manufatto,in se e per se prodotto di una abilità tecnica che ha assorbito lezioni estetiche delle più vari per lo più contrassegnate da quello che ormai con termine inflazionato viene definito Genius loci italiano il fine ultimo della sua operazione artistica. E’ il timbro delle applicazioni ,che le creazioni di Sangiorgio trovano nel campo dell’arredamento e della decorazione quasi “giocattoli per adulti”, con il senso sagace di un’ironia che è alla base delle sue realizzazioni. Lo spirito gioioso e ludico,la versatilità tecnica sono le caratteristiche tecniche che contraddistinguono l’Arte di Sangiorgio,alla base degli intarsi in legno alle pittosculture che caratterizzano parte della produzione dell’artista,sembra curiosamente sovrintendere un percorso di interessi nei paradigmi del secondo futurismo si pensi soprattutto alle scomposizioni pittoriche di Depero alle suggestioni divisionistiche di Segantini,ai mobili creati da Giacomo Balla e all’inventiva dissacratoria dei Dada e del fenomeno Pop. Un’ispirazione che comunque si ricompone anche nella fertile poetica di Sangiorgio nei registri di un ancestrale classicità.

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Di seguito nota critica di Rossella Savarese

Origini siciliane, nasce nel 1958 a Biancavilla, una cittadina alle falde dell’Etna. Conseguito il diploma di Maestro d’Arte presso l’istituto Statale d’Arte di Catania, inizia a girare il mondo in ripetuti viaggi tra l’Europa e gli Stati Uniti.

Nel corso della sua formazione artistica sperimenta e perfeziona la tecnica dell’intarsio in legno che denomina “intarsio a rilievo”, dando origine ad opere complesse frutto di una intensa fase progettuale. Contemporaneamente coltiva la sua grande passione per la musica, prediligendo negli studi uno strumento: il sassofono, la cui eco si rintraccia in più opere. In alcune manifestandosi formalmente, in altre quale sottotraccia, musa ispiratrice e generatrice di cicli dedicati. A guardar bene, le opere di Monk, si pongono su di una linea di confine sottile, a dover necessariamente definirle risulta convincente e repentina la soluzione di “pitto-sculture”: tasselli in legno, intagliati manualmente ed assemblati. Etereogenei i risultati, si spazia da opere con un chiaro impianto figurativo (in cui l’artista attraverso un progetto preparatorio, il più delle volte, ci racconta un medesimo soggetto parte di un ciclo) ad altre di matrice astratto-informale, più istintive.

Scelgo l’opera “Cosmic love”, per svariati motivi, ma tento di sintetizzarne due.

Innanzitutto per l’interessante griglia strutturale: linee, pieni e vuoti, passaggi cromatici e forme si bilanciano armonicamente, accompagnando il fruitore in una decodificazione euritmica. La seconda motivazione è il ritorno in questa opera di un tema complesso e caro all’autore: la creazione.

La vita, simbolicamente rappresentata da una figura femminile, emerge dalle acque ponendosi in connessione con i pianeti dando luogo ad un amore di natura cosmica. Nella sua carriera artistica Monk elabora e sviluppa temi universali, tra i quali la connessione dell’uomo con la natura. Quest’opera sintetizza la necessità e l’urgenza di un possibile equilibrio cosmico. Realizzata in età matura, pone l’accento sul crinale che separa l’intenzione dell’autore dal risultato finale quale conseguenza di infiniti fattori e contingenze. Più volte, durante le nostre chiacchierate, Monk rammenta la centralità del caso nel suo fare artistico, da un’idea iniziale l’opera assume una sua forma, acquisendo sfumature e risultati inediti.

La tecnica prevede l’utilizzo di colore acrilico su legno. Come accennato i singoli tasselli sono intagliati e montati dall’artista, un manufatto singolare in cui l’aspetto ludico reiterato e costante lascia spazio  anche ad un’attenta analisi formale e strutturale. Monk fa propria la lezione avanguardista, si riconosce nel suo lavoro una componente futurista con cui intesse un dialogo, dando origine ad un lavoro contemporaneo in cui i dettami di Balla e Depero fungono da base solida per un discorso del tutto personale ed unico.

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