Giusy Lauriola è nata a Roma, dove vive e lavora.
Si laurea con lode in Lingue e Letterature Straniere Moderne alla Sapienza di Roma. Ma le lingue non sono la sua vera passione. Inizia a lavorare nel settore della comunicazione in una grande azienda italiana, si sposa e nascono i suoi due figli, Marco e Sofia. Contemporaneamente frequenta il corso di pittura e disegno alla Scuola di Arti e Mestieri di San Giacomo a Roma e segue i corsi di pittura di due maestri Silvio Bicchi, il cui padre era un allievo del grande Giovanni Fattori, maggiore esponente dei Macchiaioli e Alberto Bertuzzi, che le insegna la tecnica iper realista. Nel 2003, la svolta della sua vita, una scelta difficile. Dopo 10 anni abbandona definitivamente il lavoro per dedicarsi esclusivamente e professionalmente alla sua vera passione: la pittura. Come saggiamente scrive James Hillman nel suo illuminante testo Il codice dell’Anima “…L’occhio della necessità svela che ciò che facciamo è soltanto ciò che poteva essere”.
Per raffinare il suo tratto segue il corso di illustrazione alla Scuola Pencil Art di Fumetto e Illustrazione di Roma.
Dal 2004 ad oggi ha esposto con successo mostre in Italia e all’estero tra cui le più recenti: nel 2023 – Il cielo in una stanza, Auditorium di San Pancrazio, Tarquinia a cura di Hans Hachnter (personale) – Chiudi gli occhi, Aranciera di San Sisto, Roma e Artètika, Palermo (personale); nel 2022 – Prendiamo il sentiero paludoso per arrivare alle nuvole, Galleria Umberto Mastroianni nei Musei di San Salvatore in Lauro, Roma (personale); partecipazione al Festival internazionale SyArt Sorrento, Villa Fiorentino, Fondazione Sorrento (collettiva); realizzazione delle illustrazioni per il progetto editoriale Guido Levi, una storia piena di paure, di ansie e di avvenimenti quasi gialli 1942-1946; nel 2019 Domino/Dominio per gioco e per davvero, MACRO Museo d’Arte Contemporanea, Roma.
“L’arte, per me – scrive Lauriola- rappresenta immergermi in viaggi interiori, in quel silenzio magico fatto di assenza di spazio e di tempo necessario per poi dare forma e colore a immagini che filtrate dalle emozioni vivono una dimensione metafisica che cerca una rappresentazione. Un bisogno che avevo sin da piccola quando mi nascondevo sotto il tavolo del soggiorno e iniziavo a disegnare, tagliare, incollare: quello che ora faccio nel mio studio! I miei genitori, nonostante sostenessero che sin da bambina avevo una dote particolare: lasciata sola in una stanza vuota riuscivo sempre a creare qualcosa, non hanno mai accettato che potessi iscrivermi al liceo artistico, né all’Accademia di Belle Arti. Volevano che studiassi Biochimica alla Berkeley University della California per inventare l’elisir di lunga vita. In realtà, negli Stati Uniti ci sono andata finita la maturità senza nessun tipo di aiuto dai miei genitori, e ,nell’innocenza di quegli anni, credevo che avrei potuto frequentare un collegio d’arte, dove poter dipingere e danzare, altra mia passione, senza considerare che ci volessero finanze elevate che non avevo. All’epoca cercavo un modo per esprimere me stessa, ma era difficilissimo. Alla fine, per esclusione e per non rimanere lì senza studiare, ho deciso di tornare a Roma e raggiunto un giusto compromesso con i miei mi sono iscritta alla facoltà di Lingue alla Sapienza di Roma.
Sicuramente una mia caratteristica è la ricerca continua. E’ difficile che io riesca a realizzare le stesse opere per troppo tempo anche se è evidente il filo che le lega tutte. E’ come se il mio “DAIMON” mi suggerisse sempre qualcosa di nuovo che io non possa fare a meno di eseguire.
Tra i temi che ho indagato la guerra e l’indifferenza al dolore degli altri, la presa di coscienza del reale rielaborata in una dimensione altra, la bellezza, che può ricostruire la realtà e liberarci da tanti orrori interiori ed esteriori, la ricerca del divino nel quotidiano, la lotta tra illuminazione e oscurità. Il mio sguardo cambia continuamente. Il rapporto tra essere umano e natura è l’ispirazione dei lavori del 2023 in cui astrazione e figurazione attuano un proficuo dualismo da cui emerge una nuova dimensione.”
PREMI E RICONOSCIMENTI
Nell’ambito del SyArt Sorrento International Festival le è stato conferito il Premio Arbiter Fata Verde 2021 per l’interessante e pregevole ricerca artistica e le è stata dedicata la prima di copertina con intervista sulla rivista Arbiter di aprile 2022. Ha ricevuto, inoltre, la menzione speciale, Honarable Mention, dal Circle Foundation for the Arts 2020 e 2022; è stata finalista al Premio Lupa 2020 e al Premio Celeste 2007 e, nel 2015, è stata vincitrice del concorso Museo Pier Maria Rossi. I suoi lavori si trovano al Copelouzos Family Art Museum di Atene, nell’Art Collection di SanPaolo Invest di Roma e in altre collezioni private internazionali. È presente nell’edizione 2020 dell’Atlante dell’Arte Contemporanea De Agostini, la rassegna più completa di artisti italiani dal 1950 ad oggi. Nel 2006 è stata invitata a esporre come ospite d’onore all’International Photo Festival di Lodz (Polonia) e nel 2010 dall’Istituto Italiano di Cultura di Damasco (Siria) con la mostra personale Urban Visions in Progress e al Simposio Internazionale a Idlib (Siria) organizzato dal Ministero dei Beni Culturali Siriano e nel 2023 al Cairo Amman Bank simposio internazionale in Giordania organizzato da CAB art Gallery.